domenica 27 maggio 2018

Loris Mandelli, dalle tapasciate, alla pista, alla Maratona!

Vi presentiamo oggi Loris Mandelli, atleta della Pol. Carugate con un passato da mezzofondista portato poi sul fondo, fino a raggiungere il grande obiettivo della Maratona!


-Presentazione per i lettori:
Ciao a tutti, sono Mandelli Loris, atleta della Pol. Carugate. Da ormai 14 anni pratico questo fantastico sport e non mi pentirò mai della scelta fatta. Fin da piccolo ho sempre amato le gare più lunghe, quelle che vanno dal mezzofondo (1500m) alla resistenza pura (mezza maratona). A 26 anni è arrivata la svolta, ovvero il debutto nella Maratona, una distanza che mi aveva da sempre affascinato e che per me ha rappresentato più di un traguardo.

A distanza di qualche mese ho ripreso parte ad una nuova esperienza sui 42km alla “EA7 Milano Marathon”, conquistando peraltro il titolo di Campione Regionale Lombardo. Per quanto riguarda la mia vita “non atletica”, a livello di studi ho completato il mio percorso formativo diplomandomi come ragioniere all’Argentia di Gorgonzola (MI) e successivamente mi sono laureato in Economia ed Amministrazione delle imprese all’Università Bicocca di Milano, mentre in questo momento sono impiegato nel reparto amministrativo della Pepperl+Fuchs di Sulbiate (MB).


-Come hai iniziato a correre? Da dove è nata la tua passione per la corsa?
Era il 2004 e, reduce da 5 anni di calcio, avevo intenzione di cambiare sport. Sinceramente non ne potevo più di perdere i pomeriggi giocando soltanto 15 minuti a partita. Inoltre mia madre mal sopportava il fatto che tornassi a casa con calzoncini e magliette sporche di fango.
Per evitare ciò in pratica non facevo mai un intervento in scivolata, ed il bello è che giocavo in difesa... In generale diciamo che mi mancava la cattiveria agonistica, cosa che invece ho ritrovato nell’atletica. È bastata una tapasciata di 7 km in una giornata calda di giugno a Biassono a farmi accendere la passione: all’arrivo, senza saperlo, tagliai il traguardo al 3° posto e venni premiato con un bel trofeo. Fu l’evento decisivo, da lì mi sono convinto che la corsa era la disciplina che faceva proprio al caso mio.


-Qual è la tua società di appartenenza? Dove ti alleni?
Il tesseramento alla prima società di atletica avvenne con la Polisportiva Carugate, la società del paese dove vivo. Il primo anno lo trascorsi sulla vecchia pista di 100m in cemento vicino alle scuole medie, poi è finalmente arrivata la tanto sognata pista in tartan. In 3 anni (categoria Ragazzi e Cadetti) mi sono ritagliato belle soddisfazioni, seppur ero ancora agli inizi della mia carriera. Con il passaggio alla categoria Allievi è arrivato il conseguente trasferimento alla Pro Sesto, società tra le più importanti in Lombardia a livello assoluto.
Sono stati anni nei quali ho cercato di dare il mio meglio nelle gare su pista, ritagliandomi esperienze indimenticabili come le finali dei Campionati Societari Allievi a Roma nel 2007 e a Majano (UD) nel 2008 (ricoprendo in entrambi i casi le distanze dei 1500m e dei 3000m) e soprattutto la finale dei CDS Junior/Promesse a Modena nel 2010 dove riuscii a realizzare due personali in due giorni: 4’08’’47 nei 1500m (tutt’ora da me imbattuto) e 15’42’’94 nei 5000m.

Poi ho iniziato ad allungare le distanze e, dopo qualche stagione senza grandi acuti a livello di pista, nel 2014 (anno in cui sono diventato Seniores) ho deciso di appoggiare il presidente Maurizio Grandi nel suo progetto di rendere la Pol.Carugate una società non solo giovanile, ma anche di livello assoluto, visto il crescente numero di ragazzi iscritti. In fondo, anche negli anni alla Pro Sesto, il mio campo di allenamento è sempre stato quello di Carugate, tra la pista in tartan ed il magico anello asfaltato di 1km del Ginestrino.


-..e per quanto riguarda lo studio e lavoro?
La maggior parte della mia carriera atletica l’ho vissuta come studente, dalle scuole medie fino ad arrivare all'Università. Dal 2014, l’anno del mio ritorno alla Pol.Carugate, ho iniziato la carriera lavorativa. Nei miei primi 6 mesi di stage a Milano il tempo per gli allenamenti si era notevolmente ridotto, ma nella mia testa avevo già messo in conto che la vita sportiva si sarebbe inevitabilmente complicata. Poi, invece, è arrivata la svolta con il passaggio alla mia attuale azienda, la Pepperl+Fuchs, multinazionale tedesca con sede in Sulbiate (MB) attiva nell'automazione di processi e specializzata nella produzione di sensori e barriere antideflagranti.
Qui sono impiegato nel reparto amministrativo, addetto in particolare alla contabilità aziendale. Dallo stage all’apprendistato fino all’assunzione, l’impiego alla Pepperl+Fuchs ha permesso di darmi stabilità e sicurezza anche per quanto riguarda la mia carriera di atleta: tornare a casa ed avere un’ora e mezza o due ore da dedicare a ciò che amo è veramente il massimo per me.


-Parlaci del tuo percorso intrapreso per arrivare alla maratona, cosa ti ha spinto fino ai 42,145 km? Chi è il tuo allenatore e cosa ne pensa dei tuoi ultimi risultati?
Fin da quando ho iniziato a correre, nel 2004, il mio sogno è stato quello di partecipare un giorno ad una Maratona. Proprio in quell'anno Stefano Baldini trionfò alle Olimpiadi di Atene ed io avevo iniziato a correre da appena 2 mesi: inutile dire che quell'evento fu la scintilla che fece scoccare nella mia testa tale decisione. Eppure avevo solo 13 anni e per poter prendere parte ad una 42km bisognava averne almeno 18.
Sono sempre stato un abile calcolatore e di certo non uno sprovveduto: 18 anni erano troppo pochi per partecipare ad un’impresa così affascinante e muscolarmente massacrante al tempo stesso. Nella mia testa ho così spostato tale paletto verso i 30 anni, quando ormai il miglioramento della velocità di base diventa “sulla carta” sempre più difficile. Nella lunga attesa l’obiettivo era migliorare di anno in anno tutti i miei personali nelle distanze più brevi. Tutto questo fino ad arrivare al 2017 e 26 anni di età compiuti, tantissimi 1500m, 5000m, gare di 10km e 21km sulle gambe e la consapevolezza che la maturità atletica ormai era stata raggiunta. Si può sempre migliorare, sia ben chiaro, ma produrre ritmi veloci in allenamento, spesso da solo, non agevola di certo.

Correre un elevato numero di km al giorno, invece, iniziava a stimolarmi sempre di più. Spinto anche dal mio allenatore Paolo Prestipino, decido di debuttare nella Maratona. Scelgo quella di Verona, una delle più importanti nel nostro paese e, soprattutto, in quell'edizione anche Campionato Italiano di Maratona, fatto che mi permette di pensare “almeno non sarò da solo”. Quel giorno fu fantastico, corsi con un’incredibile leggerezza e conclusi la fatica all’8° posto assoluto in 2h25’18’’, circa 4’ in meno di quanto preventivato.
Impressionante fu poi il recupero. Pensavo di non toccare le scarpe da corsa per almeno una settimana, e invece mi ritrovai a fare allenamenti talmente soddisfacenti che il mio allenatore mi convinse a prendere parte ad una mezza maratona a circa un mese di distanza. In quel di Cittadella riuscii così a ritoccare il mio personale portandolo a 1h08’23’’.


-Quanti allenamenti e km facevi a settimana, nel periodo di maggior carico pre-maratona?
La preparazione per la maratona l’ho strutturata in circa 3 mesi di allenamenti, sia per quanto riguarda Verona del novembre scorso che Milano svolta qualche settimana fa (gara che mi ha permesso di ottenere il titolo di Campione Regionale Lombardo). Nel mezzo ho cercato di partecipare a molte gare di distanze intorno ai 21km senza spremermi fino in fondo e, in entrambe le occasioni, ho piazzato una gara di circa 30km un mese prima della Maratona. In media i km settimanali si aggiravano tra i 120 ed i 140 strutturati in 6 allenamenti, con il sabato rigorosamente di riposo. Qualche rara volta sono riuscito a doppiare mattina e sera, ma per farlo ho dovuto sfruttare i giorni di ferie.


-Di quanti km hai fatto il lungo più lungo della preparazione? Come è stato strutturato? A settimana, quanti allenamenti di corsa lenta ci sono stati in programma e a che ritmo venivano svolti?
L’allenamento più lungo pre-maratona è in pratica la gara di 30km fatta un mese prima del fatidico evento, svolta sull'ipotetico ritmo prefissato per la Maratona. A questi 30km, inoltre, ci aggiungo almeno 5km di riscaldamento e 2km di defaticamento per arrivare a circa 37km complessivi. Quello più tosto mentalmente lo svolgo due settimane prima della gara ed è costituito da 30km sull’anello di pista ciclabile asfaltata da 1km del Ginestrino, in solitaria ed a ritmo progressivo: partenza a 4’ al km fino ad arrivare agli ultimi da svolgere a 3’30’’al km.

Sedute di corsa lenta le considero i riscaldamenti (massimo a 4’20’’) e i defaticamenti (circa 4’40’’), ma non faccio praticamente mai un’uscita di corsa che non sia integrata con qualcosa di tecnico. Anche quando dovrei fare soltanto un lungo tranquillo (diciamo quello classico domenicale), il mio obiettivo è di tenere sempre una media inferiore ai 4’ al km. Uscire per correre a 5’ al km, personalmente, non lo concepisco come allenante. Sarà forse un mio limite, di certo non svolgo mai lavori rigeneranti o grandi periodi di riposo. Se da un allenamento non riesco a spremere anche solo una piccola parte del mio corpo, purtroppo non riesco ad essere soddisfatto.


-Quali sono i tuoi obiettivi attuali? Ci saranno variazioni sui tuoi metodi di allenamento?
Gli obiettivi attualissimi sono di ritoccare il mio PB sulla distanza dei 21km, tentativo che proverò a sfatare nella Stralugano di fine maggio visto sempre l’alto cast di atleti di livello. Nel mezzo un po’ di gare più veloci come 10km e manifestazioni su pista, necessarie per ridare ritmo alle mie gambe ancora un po’ “imballate” dopo i 42km di Milano dell’8 aprile. Per un’altra Maratona l’obiettivo si sposta verso il prossimo autunno, inconcepibile tornare ad aumentare ora i km di allenamento con il caldo che avanza.


-Preferisci di più le gare su strada o su pista? Cosa ne pensi del movimento di  atletica italiana in queste due tipologie di gare (inteso sia come partecipazione degli atleti, sia come organizzazione delle stesse)?
Le gare su pista mi hanno sempre spremuto, sia di gambe che di testa. I tempi che ho ottenuto, seppur buoni, non sono così entusiasmanti se confrontati con chi veramente dedica tempo e passione a questo tipo di competizioni. Ho sempre preferito le gare su strada, più varie a livello paesaggistico e soprattutto su distanze più lunghe in grado di esaltare le mie caratteristiche di resistenza.
Inoltre queste ultime mi hanno permesso di ottenere maggiori soddisfazioni personali e qualche premio in più. D'altronde la mia vita da runner è iniziata partendo dalle tapasciate, manifestazioni che ancora non disdegno quando non ho gare in programma la domenica e che mi permettono di fare i lunghi in posti differenti dalla solita routine settimanale. La gara preferita in questo momento è la mezza maratona, distanza che ritengo un adatta al mio modo di correre. La maratona resta quella più affascinante perché richiede una grande preparazione e non puoi concederti errori di ritmo durante l’intera corsa.


-Cosa ne pensi degli atleti africani e dei loro metodi di allenamento basati su tantissimi km di corsa in altura? Pensi che ci siano speranze per gli atleti italiani di poter competere con loro?
La lotta atletica con gli atleti africani la vedo molto dura. Non è solo questione di allenamenti o di altura, che certamente influiscono sulle performance. Per come la vedo io, loro praticano questo sport per sopravvivere. Al di là del fatto che fin da bambini percorrono km e km a piedi (qualcosa di impensabile per l’attuale civiltà europea), la loro è probabilmente l’unica occasione di uscire dal paese per poter “monetizzare” e guadagnare premi che, un giorno, gli consentiranno di ritornare in patria a condurre una vita migliore.
La selezione avviene proprio lì sulle alture, dove centinaia di bambini e ragazzi partono tutti insieme a correre fino a che i più lenti cedono il passo a coloro che un giorno si ritaglieranno ampi spazi sulle prime pagine dei giornali di settore. Difficile vedere dalle nostre parti fiumane di ragazzi che decidono di correre tutti insieme a perdifiato, anche perché da noi prevalgono altri sport che mediaticamente attirano maggior interesse (purtroppo).
Personalmente sto comunque vedendo una ripresa del mezzofondo in Italia, abbiamo qualche elemento di punta che sta correndo su ottimi livelli ed al momento su queste distanze dobbiamo cercare di imporci quantomeno in ambito europeo. Mi auguro l’arrivo di buoni risultati quest’estate a Berlino nell'ottica di ridare slancio un po’ a tutto il movimento.

-Hai un "mantra" o una qualche frase che usi per motivarti durante gli allenamenti più ardui? E cosa ti spinge di più nel continuare a correre seguendo i tuoi obiettivi?
Correre è la mia più grande passione. È una valvola di sfogo divenuta ormai imprescindibile, soprattutto ora che passo praticamente l’intera giornata di lavoro seduto alla scrivania. Inoltre i miei sforzi sono ripagati dal fatto di riuscire a ritagliarmi buoni piazzamenti nelle gare a cui partecipo.

La collaborazione con il negozio Affari&Sport ed il legame con il brand Mizuno mi hanno dato ulteriori stimoli a proseguire con maggior consapevolezza dei miei mezzi. Credevo che dopo la prima maratona, l’obiettivo di una vita, potessi allentare un attimo i miei sforzi in questo sport. Invece l’ottima prestazione mi ha convinto di una cosa: ora si può e si deve provare a migliorare il ritmo anche su questa distanza (in pratica quello che ho sempre fatto finora in tutte le discipline alle quali ho preso parte).

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai cancellato entrambi i commenti... volevi scrivere qualcosa?

      Elimina
  3. Mi ci rivedo abbastanza in lui come percorso e caratteristiche...a parte poi i tempi ottenuti (sticazzi). Bravo e ti auguro di arrivare sotto 2h20 in mara!

    RispondiElimina
  4. Nella 1° foto si vede che arriva al traguardo in solitudine, quasi da far capire che ha dato un notevole distacco a gli altri partecipanti... poi arriviamo alla 3° foto, e scopriamo che è sul podio DA SOLO..... GRAZIE AL CAPO che sei 1° corri da solo

    RispondiElimina